giovedì 18 giugno 2009

...visioni


La realtà è sempre uguale a se stessa. Non il livello di percezione che riusciamo ad averne. A proposito del modo in cui ogni cosa che accade può essere resa all'intelligenza di chi osserva, esistono piani diversi di approfondimento e analisi. I centoventiquattromila voti a Michele Cimino, unico candidato espresso dall'area del Pdl che fa riferimento a Gianfranco Micciché, vengono letti da molti come una sconfitta. Nelle sue dichiarazioni, rese alla stampa, anche dallo stesso Sottosegretario. Inconsapevole? I voti ottenuti da Giovanni La Via e Salvatore Iacolino, il duo dell'asse Alfano-Schifani, che ha in Giuseppe Castiglione e Domenico Nania il coordinamento regionale del partito, intorno alle centotrentanovemila preferenze, pur se risultanti dall'incrocio sullo stesso simbolo di due preferenze, volte all'uno e all'altro in aggiunta al voto che, alternativamente, ciascuno dei due ha reso per aree geografiche di appartenenza - e al quale si è aggiunto quello degli elettori di Nino Strano, vengono letti come una vittoria. Anche nelle parole del ministro guardasigilli e del buon Renato, Presidente del Senato della Repubblica. Inconsapevoli? Elettori-cittadini. Mezzi di comunicazione. Politici e media sembrano, troppe volte, guardare da un piano diverso dal vero modo in cui si collocano gli elettori. Altrimenti chiaro, invece. Inconsapevoli? Se il Sud, e la Sicilia in particolare, sono importanti per determinare il successo elettorale in casa Pdl, risultano essenziali per l'Udc. Essere Leader, in questo, significa saper immaginare il futuro e condurre la propria azione in modo da dare un senso compiuto a quel che ne indirizza il percorso. Chi ha letto i post precedenti, compresi quelli in link dello scorso anno, sa cosa intendo. Scripta manent, e, per parafrasare Virgilio - non quello di Dante, ma il portale web - è un po', questo, anche il bello di internet. Soltanto visioni?




Il buon McLuhan ha svolto il suo pensiero indicando gli effetti pervasivi del mezzo sulla comunicazione, a prescindere dai suoi contenuti... e i diversi angoli di visuale che interagiscono nella comprensione tra soggetti di un quale che sia argomento, dal quotidiano che ciascuno di noi vive nell'interazione con le persone più prossime a sé, fino alla filosofia. Politica. Un modo per governare le istanze di una società di individui, cioè compiere delle scelte che sappiano, dalla loro interpretazione, realizzarle. O un modo per acquisire e, successivamente, gestire un potere su quella stessa società di persone. O un modo per porsi, più semplicemente, seguendo una ratio consequenziale al significato più in origine del termine, al servizio della stessa. In questo, nel senso che avrebbe nel suo stesso esistere come parola, senza rinunciare a quelli che firme prestigiose e lettori mediocri continuano a ritenere privilegi e che sono, né più né meno, soltanto condizioni di serenità per lo svolgimento di un compito teso a un fine corrispondente. Sono state elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo, quelle di sabato sei giugno e di domenica sette. In Sicilia, tuttavia, hanno avuto un significato diverso. In Sicilia c'è stata la possibilità di scegliere tra una politica del potere e del dare e una politica del servire e del fornire. Nei risultati, almeno a guardare all'interno del Pdl, ha vinto quest'ultima. Senza che ci siano soggetti inconsapevoli. Hanno vinto i valori e le idee, sulle trame e sugli schemi di distribuzione del prevalere. Perché appaia il contrario è riconducibile allo studio del Marshall canadese. A scorrere il nastro all'indietro, certi commenti leggeri e interessati, tendenti a demolire l'immagine altrimenti inattaccabile del pupillo di Berlusconi, vivono della loro stessa inconsistenza. Non ci sono stati passi indietro né rinunce. Un disegno chiaro, un progetto reale e mai dismesso. "Prima di tutto la Sicilia", nelle parole di stavolta e dello scorso anno, è stata la sintesi di un pensiero delineato e consapevole. Anche per coloro che hanno provato ad avversarlo. Perseverando, ma senza risultati. Anche per coloro che si sono ritrovati, invece, nella condizione di dover condividerlo. In questo, la mente e il cuore, insieme, hanno reso un'immagine chiara dell'uomo. Dire di più potrebbe risultare qualcosa di diverso da un'analisi. Cade Cuffaro, segue l'avversione dell'ex governatore per la candidatura di Micciché, con l'appoggio della vecchia politica del potere, quella di Angelino e di Schifani. Prestigiacomo, no. Gianfranco, no. Lombardo serve a dare significato rafforzativo all'immagine di un centrodestra coeso, pur nell'apparente incongruenza di un permanere nelle alleanze dell'Udc, che in Parlamento, sulla scia dei pretestuosi motivi di visibilità dei Follini & c., Casini sceglie di spostare all'opposizione - dice il Berlusca a un innervosito Dell'Utri e a un obbediente Micciché. Quale rivoluzione, è il grido dei mediocri in cerca di visibilità e degli altri, quelli per bene ma comunque tali, specie tra i lettori-cittadini-elettori. Vittime del medium, indipendentemente dai contenuti dell'informazione. Non dovrebbe esserci bisogno di ricordare uno studioso della Manitoba university e di Cambridge, ma tant'è, ancora al tempo d'oggi. Lombardo è uno che ha fiuto per fare suo, al contrario, il criterio al quale si ispira - ma sono solo i fondamentali, quasi come per un palleggiatore che sia regista di una squadra di volley - ogni buon manager... trasformare in positivo le opportunità che offre l'occasione. Il nostro Gianfranco, Publitalia docet, ha lo stile leggero e sottile dei gemelli Finezza della Compagnia dei Celestini del libro del grande Stefano Benni, noto scrittore umoristico-satirico sinistrorso. Berlusconi ha avuto informazioni errate o le ha interpretate male, è un uomo, può sbagliare anche lui. Gianfranco ha l'intelligenza di saper trovare altre strade, senza variare obiettivo e senza venir meno alla lealtà per uno che continua a stravedere per lui, comprendendo che la realtà vive anche nell'impossibilità che da Palazzo Grazioli e Macherio e Arcore possano esserci notizie su tutto e su tutti che abbiano un legame stretto con l'infallibilità. Forse anche dentro le mura vaticane è in fondo un po' così, fede e ragione possono errare, almeno una volta. In quanti, davvero, sono stati accanto a Micciché, ci si chiede e mi chiedo. In quanti lo hanno compreso. La risposta è nei centoventiquattromila uomini e donne che hanno scritto nell'urna il loro credere insieme ai valori e alle idee messe in condivisione, così, nel modo in cui soltanto un leader sereno del proprio operare sa - e dovrebbe sempre, per esserlo - fare. Tutti consapevoli, nel gioco delle parti. E adesso il gioco si fa nel modo in cui ci ha raccontato Vialli, tra una partita e l'altra di una competizione mondiale di quasi vent'anni addietro. La successione che a fine legislatura avverrà a Berlusconi apre già le maglie. Lo ha dichiarato il Premier, lo mostra il bailamme schizzafango dappertutto di questi anni e dei giorni di adesso in particolare. Si muove, tra gli spazi di questa scacchiera immaginaria, qualcosa di grande, che chiude e apre e sarà di discontinuità oppure a proseguire quelli che, nel 2013, saranno quasi vent'anni, mancandone soltanto uno. Silvio ha reso una cosa grande, senza essere compreso. Ha smesso il percorso di chi lo ha preceduto e di chi gli è stato coevo di una politica guidata da fili diversi, magari quelli di un dietro le quinte meno nobile dell'immagine che ne ha rappresentato, per metterci la faccia e il denaro, quello perduto dietro questo tempo spesse volte osteggiato nei proponimenti... in fondo, caduto il muro, ma non quello di troppe coscienze appannate o rese tali, è stato il primo di molti che hanno condiviso il concetto di un Paese moderno da assimilare a una grande Azienda. Questa, nella sua natura, crea sviluppo e risorse. Esattamente come dovrebbe fare uno Stato libero e che guardi al suo divenire. "Unione delle clientele" dice dell'Udc, oggi, il Presidente del Consiglio. Inconsapevole? Gianfranco, febbraio-marzo duemilaotto. Obbedisco, ma non mi adeguo. Proprio col piglio manageriale del lavoro dal quale proviene. Potrebbe essere un'altra sintesi di lettura, e lo è, insieme alle altre però. Obtorto collo, Lombardo in soltanto un anno deve adeguarsi, invece... a fine mandato lo aspetta un ministero, per crescere insieme al peso politico del suo movimento per l'autonomia. Gianfranco ha altre mire. "Prima di tutto la Sicilia", senza defezioni, né tentennamenti, né ripensamenti. E con una preoccupazione, seria, per la mancanza di una opposizione vera nella nostra Isola, prima e più ancora che nel resto del Paese. Condizione per spaccature e correnti in una maggioranza così larga. Il duo più duo, quello che negli scorsi post ha inteso riassumere i magnifici quattro, Schifani-Alfano-Firrarello-Castiglione, sceglie un trio e volge a vele aperte a favore di vento, così almeno crede... e chissenefrega, è il coro, se sull'altare si sacrifica il consenso unanime che aveva richiesto, apparentemente per sé, Berlusconi. La Via-Iacolino-Strano, flop che terno... Il medium è il messaggio. Ma il tempo, in un lungo non ritorno che alcuni considerano ritenere in una ciclicità che non esiste altrove che nelle stagioni, muove in avanti. E, almeno e anche stavolta, in centoventiquattromila non ci hanno creduto.
Poiché le opinioni spaziano tra gli argomenti e la matematica - in questo soltanto aritmetica, ad essere più ancorati alla intensità che si accompagna alle parole semplici - è una certezza, centoventiquattromila è ben di più che ottantamila più e centomila più e cinquatamila più... Non ha vinto il codazzo al Pistacchio. Non ha vinto soltanto un'idea vera. A vincere sono stati centoventiquattromila uomini e donne liberi, consapevoli dell'importanza di una politica del servire e del fornire e del governare. La scacchiera vede scorrere già le linee degli spostamenti. Il palleggio dei gemelli Finezza continua. L'Udc è - quasi - fuori, comunque agonizzante. E credo non soltanto qui da noi che siamo al centro del mediterraneo. Lombardo deve muoversi su una linea a lui fino a prima sconosciuta, anche come sistema interpetativo del suo ruolo e, più in generale, del concetto stesso di governo della polis. Le opportunità a disposizione di tutti, una politica priva di favori e senza clientelismi, lo sviluppo anche senza inutili infrastrutture, inclusivo della valorizzazione delle risorse del territorio: questo, tra l'altro di bello, hanno scritto in centoventiquattromila. In questo ha creduto e continua a credere, incurante ma determinato, Micciché. Alfano non raccoglie un invito che non pretendeva intelligenza nell'uditore e cade nella induzione di chi non ha mai pensato che potesse abiurare dal suo piano di osservazione e dagli amici, che fossero di Palermo o di Bronte, che avessero trascorsi a Villabate o sedessero in Senato, amici veri e scomponibili al fine di moltiplicarne visibilità, risultati e vittorie. La scacchiera racconta prima che si chiudano quali che siano cerchi, spessissimo anni prima. Un'anima meridionalista all'interno del Pdl o un Partito del Sud, totale antitesi rispetto all'idea di un'altra Lega, nel suo stesso e intrinseco presupposto che ne è ispiratore, a volerla o a volerlo alla fine di quella che non è una fiera, sono in tre, altri dal coro, sempre, anche quando - almeno apparentemente - incompresi. Il disegno di uno, con la serena tenacia di chi non ha mai pensato che una direzione fosse altro dall'indicare qualcosa di perseguibile soltanto perché condiviso, ha preso le forme, forse un po' in anticipo, sul foglio bianco in cui negli anni è iniziato il tratto di una matita intelligente delle cose... ed è stato accompagnato e condiviso, come appunto nelle intenzioni. Ne sono consapevoli alleati e avversari, dentro e fuori gli schemi, dentro e fuori il partito, dentro e fuori dall'opposizione e, pure stesso, dalla Politica. Nulla avviene in modo naturale senza un consenso libero. Anche se a darlo, per una volta, oltre che le persone, che sono anche cittadini-elettori, sono altri più su, leader a loro volta e a prescindere... almeno nell'aver saputo riconoscere in anticipo certe raffinatezze mentali che poco hanno a vedere con le sfere di cuoio. La direzione, allora, quale che sia, è comunque segnata. E ineluttabile.
Soltanto visioni?
Alfio Maria Fiamingo

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